Il circo della melodia

Il Teatro Musicale di Almese (TO), ha deciso di andare oltre le consuetudini musicali ispirandosi al mondo del circo. Il Circo è un mondo di fantasia d’emozioni. La cupola del circo diventa divertimento ma al tempo stesso una scuola di professionisti che sfidano l’impossibile con il proprio corpo e a volte con il mondo animale la propria integrità. I circensi non hanno una fissa dimora ma insegnano come convivere senza frontiere e senza distinzione di religioni o colore della pelle sotto lo stesso tetto. In uno scambio di cultura e di rispetto tra gli uomini. Uno spettacolo che diverte ma che nasconde sacrificio. è per questo motivo che oltre ai cantautori italiani, anche registi cinematografici, pittori si sono ispirati a esso. 
Il circo della melodia è uno spettacolo musicale ricco di scenografie circensi, e di costumi, il tutto ambientato in un tendone, con tanto di raffigurazioni e attrezzature. Ascolterete pezzi strumentali classici degli spettacoli viaggianti e le canzoni di cantautori italiani: Il carrozzone, l’equilibrista, la donna cannone, l’acrobata, il gorilla, piccolo Pierrot, il circo immaginario, ecc. brani che raccontano la vita gitana da circo o di animali.
Una voce narrante, durante lo spettacolo, ripercorrerà la storia del circo nei secoli e non solo, anche testi di poesie, barzellette, ma sarà anche rappresentata, con una parte recitata, una scenetta tragicomica e al tempo stesso significativa tratta da una storia vera.

Da un’idea di: Nicola Vaschetti.                                                     Regia: Pietro Ripa e Nicola Vaschetti.
Scenografie: Pietro Ripa, Nicola Vaschetti, Maria Chiara Davy.   Voce: Nicola Vaschetti.
Presenta: Elisa Testa.                                                                       Attrice:Piera Ferro.

Arrangiamenti e registrazioni basi musicali:Elisa Bonavero e Pietro Ripa.


INFO Gruppo Teatro Musicale di Almese: 3393553981


Fotogallery spettacolo:











Recensioni e articoli di giornale:

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SCALETTA SPETTACOLO:
Primo tempo:

Musica infantis musical ambiental de circ Miliki A mis niños de 30 años. (1’53”)
Come un Pierrot                                                      (2'03")            (G. Ullu – M. Monti)
Piccolo Pierrot                                                         (3'26")            (Cristalli - Gens)
Felicità                                                                      (2'49)              (A.Lo Vecchio–D.Verde–G. Boncompagni)
Carosello                                                                  (1’)                  (R.A.I)
Musica de circo Barras y Estrellas                         (1’10”)
Effetti sonori musica da circo                                 (2’27)
Rullo dei tamburi al circo effetti sonori                 (0’26”)
L'acrobata                                                                (4'22")            (Michele Zarrillo)
Musica Comica da circo                                          (1’08”)
La storia della mamma del clown. (storia tragicomica recitata).
Ruggiti
Il Gorilla                                                                   (4'06")            (Fabrizio De Andrè – George Brassens)
La donna cannone                                                   (4'28")            (De Gregori)
Il carrozzone                                                            (4'55")            (Evangelisti – Pintucci)

Secondo tempo:

Effetti sonori musica da circo                                 (1’44”)
Il circo immaginario                                                (2’)                  (Rossana Casale)
L’arca di Noè                                                                       (3'39")            (Sergio Endrigo)
La tartaruga                                                            (2'34")            (Bruno Lauzi – Caruso)
Ridi pagliaccio                                                         (3’16”)            (Herbert Pagani)
L’equilibrista                                                           (5'00")            (Renato Zero)
L’istrione                                                                  (4'41")            (Charles Aznavour)
La pantera rosa                                                       (2’35”)            (Henry Mancini)
Vecchio frack                                                           (4'17")            (Domenico Modugno Migliacci)
La banda                                                                  (2’46”)            (Mina lyrics letras songteksten paroles)


TESTI DELLE CANZONI




"Come Un Pierrot"
Giovanni Ullu – Maurizio Monti (1974) (2’03”)

Come un Pierrot pantaloni e casacca
li ho bianchi e un pò larghi
e il collare di carta vorrei

Come un Pierrot il mio cappello
e i bottoni son neri
e la fibbia alle scarpe ce l'ho

Come un Pierrot certi giorni mi vedo
la faccia imbiancata
ma certo farina non è

Come un Pierrot ho lo sguardo indifeso
di chi senza amore si perde lo sai

COme un Pierrot io mi posso provare di nuovo a farti sorridere amore se vuoi

Come un Pierrot se sei tu che lo chiedi
io salto io danzo
mi muovo soltanto per te

COME UN PIERROT SONO BUFFA POI SERIA ALLEGRA POI TRISTE A SECONDA GLI UMORI CHE HAI

Come un Pierrot una lacrima un riso non conosci di questa mia felicità                                                                                           

Ma in amore di me cerchi sempre,                                                                     te ne vai ma poi ritorni sempre                                                                             e continua la vita con te




Piccolo Pierrot
1978 Piccolo Pierrot/Cristalli (Gens) Canta il piccolo Giuliano (3’26”)


C’era una volta un bambino viveva in un circo
ed era felice,
lui sul vestito di seta aveva tre grandi bottoni di lana, con i calzoni più lunghi di lui e la chitarra a tracolla, cantava gridava, giocava, suonava per la città.


Piccolo Pierrot resta anche se tu                                                         parli su con gli occhi blu.
La tua faccia bianca, le tue mani bianche                                      
dicono quello che vuoi.

Piccolo Pierrot gioca qui con me parla io ti capirò,                  
solo una chitarra senza voce per la danza di Pierrot.

Cantava a tutti venite a vedere
il circo è arrivato in paese,

tra le finestre dicevan che bravo
verremo domani a vedere,

ma una mattina di freddo e gelo
la voce non venne più fuori,
senza la voce lui prese a giocare a ballare per la città.


Piccolo Pierrot resta anche se tu                                                         parli su con gli occhi blu.
La tua faccia bianca, le tue mani bianche
dicono quello che vuoi.

Piccolo Pierrot gioca qui con me parla io ti capirò,                  
solo una chitarra senza voce per la danza di Pierrot.La la la la la .


Felicità
Andrea lo Vecchio-Dino Verde–Gianni boncompagni–Raffaella Carrà (1974) (2’49”)

DA RAN DA RAN
UN PO' DI CIPRIA QUA
DA RAN DA RAN
UN TOCCO QUI E LA'
DA RAN DA RAN
IL CUORE BATTE GIà
DA RAN DA RAN
COM'è QUEL PASSO Là,
ECCOLO QUA
DA RA RA RAN
CI SIAMO GIà
E ALLORA ANDIAMO ANDIAMO
ANDIAMO A COMINCIAR
MA SI MA SI PERCHè PARLARNE QUI
SI SA SI SA VA TUTTO COME VA
MA NO NO NO NON VE NE PARLERò
VA Bè VA Bè FACCIAMO FINTA CHE,
IO SONO QUA
L'ORCHESTRA C'è
MAESTRO VAI
FELICITà TA TA L'ACCENTO SULLA A


PER QUESTA SERA CON TE
HO SCELTO IL CIELO PIù BLU
PER FARE SCENA

DONDOLA INSIEME CON ME
DATTI UNA SPINTA ANCHE TU
SULL'ALTALENA
E TOCCHEREMO LASSù
LA LUNA PIENA
QUESTA è UNA SERA SE VUOI
TUTTA PER NOI PER NOI
IO SONO QUA
L'ORCHESTRA C'è FELICITà TA TA
L'ACCENTO SULLA A
MA SI MA SI BUTTIAMOLA COSì                                                                                     

SI SA SI SA UN'ORA PASSA E VA
VA Bè VA Bè
FACCIAMO FINTA CHE
FELICITà FELICITà

TARATATTATTà


L’ACROBATA
Michele Zarrillo (2002) (4’22”)

C'è un mare in  silenzio quassù 
e rete non ho
ma cresce il tamburo nel blu
e mi lanceroò
e fermano il fiato per me
ma li stupirò
nel cerchio che poi
nel vuoto farò.

Le case la gente le vie
lontane laggiù
gli errori degli uomini qui
non contano più
la soglia del male che è in noi
io supererò
e fino in platea ti raggiungerò.

Amore che devo inventare
io come i poeti e gli uccelli
qui a terra equilibrio non ho

ma il cuore mi spinge a rischiare
e su questo filo attaccato alla luna
ogni sera vivrò
morendo davanti ai tuoi occhi
e al tuo seno mi libereroò
nel volo che so.


Accarezzo il tuo grano e poi su
nell' immensità

qualunque promessa sarà
più vera da qua
per lunghi secondi finchè
dimenticherò
che un uomo quassù
restare non può.

Amore che devo inventare
io come i bambini e gli acrobati
a terra un mio senso non ho

ma il cuore
mi spinge a rischiare
su questo trapezio
che passa ogni sera
e non torna mai più
e che tenerezza
afferrarti le mani
portarti nel blu
non scendere più

Perdonami questa bugia
più grande di noi
ma come vorrei
portarti lassù
non scendere più

IL Gorilla
Fabrizio De Andrè george brassens (1968) (4’06”)

Sulla piazza d'una città la gente guardava
con ammirazione un gorilla portato là
dagli zingari di un baraccone

con poco senso del pudore
le comari di quel rione
contemplavano l’animale
non dico come non dico dove
attenti al gorilla !

d'improvviso la grossa gabbia dove viveva l'animale
s'aprì di schianto non so perché 
forse l'avevano chiusa male
la bestia uscendo fuori di là disse: "quest'oggi me la levo"
parlava della verginità di cui ancora viveva schiavo
attenti al gorilla !

il padrone si mise a urlare " il mio gorilla ,
fate attenzione" 
non ha veduto mai una scimmia potrebbe fare confusione

tutti i presenti a questo punto fuggirono in ogni direzione
anche le donne dimostrando
la differenza fra idea e azione
attenti al gorilla !

tutta la gente corre di fretta di qui e di là con grande foga
si attardano solo una vecchietta
e un giovane giudice con la toga

visto che gli altri avevan squagliato
il quadrumane accelerò e sulla vecchia e sul magistrato con quattro salti si portò
attenti al gorilla !

bah , sospirò pensando la vecchia
ch'io fossi ancora desiderata
sarebbe cosa alquanto strana
e più che altro non sperata
che mi si prenda per una scimmia
pensava il giudice col fiato corto
non è possibile, questo è sicuro
il seguito prova che aveva torto
attenti al gorilla !

se qualcuno di voi dovesse costretto con le spalle al muro, violare un giudice
od una vecchia della sua scelta sarei sicuro

ma si dà il caso che il gorilla
considerato un grandioso fusto
da chi l'ha provato però non brilla
né per lo spirito né per il gusto
attenti al gorilla !

infatti lui, sdegnando la vecchia
si dirige sul magistrato
lo acchiappa forte per un'orecchia
e lo trascina in mezzo ad un prato
quello che avvenne fra l'erba alta

non posso dirlo per intero
ma lo spettacolo fu avvincente
e lo "suspence" ci fu davvero
attenti al gorilla !

dirò soltanto che sul più bello
dello spiacevole e cupo dramma
piangeva il giudice come un vitello
negli intervalli gridava mamma

gridava mamma come quel tale
cui il giorno prima come ad un pollo
con una sentenza un po' originale
aveva fatto tagliare il collo.

attenti al gorilla !

LA DONNA CANNONE
(DE GREGORI) 1977 (4’28”)

Butterò questo enorme cuore
tra le stelle un giorno
giuro che lo farò
e oltre l'azzurro della tenda
nell'azzurro io volerò

quando la donna cannone
d'oro e d'argento diventerà
senza passare per la stazione
l'ultimo treno prenderà

In faccia ai maligni e ai superbi
il mio nome scintillerà
dalle porte della notte
ilgiorno si bloccherà

un applauso del pubblico pagante
lo sottolineeà
e dalla bocca del cannone
una canzone suonerà

E con le mani amore
per le mani ti prenderò
e senza dire parole
nel mio cuore ti porterò



e non avrò paura se non sarò
bella come dici tu
ma voleremo in cielo in carne e ossa
non torneremo più

e senza fame e senza sete
e senza aria e senza rete
voleremo via

Così la donna cannone
quell'enorme mistero volò
sola verso un cielo nero s'incamminò

tutti chiusero gli occhi
nell'attimo esatto in cui sparì
altri giurarono e spergiurarono
che non erano mai stati li'

E con le mani amore
per le mani ti prenderò
e senza dire parole
nel mio cuore ti porterò

e non avrò paura se non sarò
bella come dici tu
ma voleremo in cielo
in carne e ossa
non torneremo più

e senza fame e senza sete
e senza aria e senza rete voleremo via

Il carrozone
(evangelisti-pintucci) (4’55”)

Il carrozone va avanti da se
con le regine i suoi fanti i suoi re

ridi buffone per scaramanzia
così la morte va via

Musica gente
cantate che poi
uno alla volta si scende anche noi

sotto chi tocca in doppio petto blu
una mattina sei sceso anche tu

Bella la vita
che se ne va
un fiore un freno la tua ricca povertà

il pane caldo la tua poesia
tu che stringevi la tua mano nella mia

Bella la vita
dicevi tu

e un po mignotta e fa con tutti si però
però però

proprio sul meglio
ha detto no
il carrozone riprende la via
facce truccate di malinconia

tempo per piangere no
non ce ne

tutto continua anche senza di te

Bella la vita che se ne va

Vecchi cortili dove il tempo non ha età

i nostri sogni
la fantasia
ridevi forte la paura e l'allegria

Bella la vita dicevi tu
e ta imbrogliato e t’ha fottuto
proprio tu

con le regine con i suoi re
Il carrozone va avanti da se

Il circo immaginario
Rossana Casale (3’.00’’)

Aria di festa sulla costa e dentro il bosco
C’è Mangiafuoco, il lupo e Cappuccetto Rosso                 
E tanti fili e burattini e tante bocche di bambini Fan sberleffi                         a Malandrina e Barbablù
La ballerina ruota e ruota su se stessa
S’alza, s’abbassa gira e fa girar la testa
Sotto a chi tocca è una cuccagna Dolci, zucche e pan di spagna
Quel che è oggi già domani non è più

E con i trampoli arriva il trampoliere
E con un passo sorpassa l’avvenire
Tutti sorpresi col naso verso il cielo
Ed i bambini imbambolati guardan su
E dal cilindro un coniglio bianco appare
Scoppia l’applauso ed un mago si commuove
Un cerchio magico e rotondo illuminato tutto in tondo
È straordinario questo Circo immaginario! La la la la la

E coi birilli a righe gialle e nere
Si fa vedere un buffo giocoliere
L’equilibrista sta appeso sulla pista E tutti pensano:
“Chissà come farà…?”
E dalla bocca senza trucchi non inganna
Un uomo in canottiera sputa la sua fiamma
Il cerchio magico è partito e porta chi si è divertito
È straordinario questo Circo immaginario!
Il cerchio magico è una casa senza porta e senza sposa
È straordinario questo Circo immaginario!
Il cerchio magico s’apposta, resta e presto si risposta
È straordinario questo Circo immaginario!
Il cerchio magico è un pianeta, una cometa senza meta
È straordinario questo Circo immaginario!
L'arca di Noe'

Sergio Endrigo (1970) (3’39”)


Un volo di gabbiani telecomandati 
e una spiaggia di conchiglie morte 

nella notte una stella d'acciaio 
confonde il marinaio 
strisce bianche nel cielo azzurro 
per incantare e far sognare i bambini 
la luna è piena di bandiere senza vento 
che fatica essere uomini 



partirà 
la nave partirà

dove arriverà 
questo non si sa 
sarà come l'Arca di Noè 
il cane il gatto io e te 



un toro è disteso sulla sabbia 

e il suo cuore perde kerosene 
a ogni curva un cavallo di latta 
distrugge il cavaliere 
terra e mare polvere bianca 
una città si è perduta nel deserto 
la casa è vuota non aspetta più nessuno 
che fatica essere uomini



La Bella Tartaruga
Bruno Lauzi – Caruso (1975) (2’34”)

La bella tartaruga che cosa mangerà
chi lo sa chi lo sa
due foglie di lattuga poi si riposerà

ah ah ah ah ah ah

la tartaruga un tempo fu
un animale che correva a testa in giù
come un siluro filava via
che ti sembrava un treno sulla ferrovia

ma avvenne un incidente un muro la fermò
si ruppe qualche dente e allora rallentò

la tartaruga dall'ora in poi
lascia che a correre pensiamo solo noi
perché quel giorno poco più in là
andando piano lei trovò la felicità

un bosco di carote un mare di gelato
che lei correndo troppo non aveva mai guardato
e un biondo tartarugo corazzato
che ha sposato un mese fa!

La bella tartaruga nel mare va perché
ma perché ma perché
fa il bagno e poi si asciuga dai tempi di Noè

eh eh eh eh eh eh

la tartaruga lenta com'è
afferra al volo la fortuna quando c'è
dietro una foglia lungo la via
lei ha trovato la per làla felicità

un prato d'insalata
un lago di frittata
spaghetti alla chitarra
per passare la serata
Un bosco di carote
un mare di gelato

che lei correndo troppo
non aveva mai notato
e un biondo tartarugo corazzato
che ha sposato un mese fa.


signor caruso
Herbert Pagani (1968) (3’16”)

Dai…

Signor Caruso
quando entravi sulla scena
la sala piena
già delirava per te
Signor Caruso quando all’opera cantavi,
tu l’inchiodavi
erano pazzi di te.

Lanciavi acuti sopra a quelle teste,
rompevi i vetri
a tutte le finestre
Quando cantavi la Tosca
senza microfoni ne impianto
eri uno schianto

Io non ho mai amato tanto la vita.

Maestro!

Signor Caruso detentore del brévetto
del do di petto 
se tu venissi qua giù.

Signor Caruso neanche gli amplificatori tirano fuori  la voce che regalavi tu.

La situazione qui diventa grave
il nostro impianto sembra un’astronave mentre tu nei pagliacci
Senza microfono
ne impianto eri uno schianto…
Ridi pagliaccio.

Maestro è?

Signor Caruso quando entravi sulla scena
la sala piena
già deliràva per te.

Signor Caruso sì lo so
non ti assomiglio,
ma come  un figlio
chiedo consiglio a te.

Oggi la gènte cerca il saund inglese
o quello nero oppure il saud francese,
io cerco il saud del mio paese.

Ma senza microfono né impianto
io sono un pianto
Ridi, Ridi, o Ridi pagliaccio.

No!, no!, no! Guardi maestro
non ce la faccio.

Altro ritmo altro regalo.

Pa ra pa….

L'EQUILIBRISTA
(Renatozero) (1991) (5’00”)


Camminavo su una corda tesa,

L'equilibrio mi aiutava, a vivere,


Due più due non dava, quattro mai,

C'era il caos, nei pensieri miei.


Un bicchiere per dimenticare,

Che morire o vivere, era uguale,


Non riuscivo più, a ritrovare,

La mia strada, la mia direzione.

Povero in danari, ricco in fondo al cuore,

Davo tutto il bene, davo un po’ di me.

Ho speso parole, e invano questo amore,
Per chi come me, costretto a mendicare.
Ed in cambio ho avuto,

tanto male. tanto male. tanto male.

Io cammino su una corda tesa,

L'equilibrio ormai mi aiuta a vivere,
Due più due non  torna quattro mai,
ecco il caos, nei pensieri miei.


Povero in danari, ricco in fondo al cuore

Davo tutto il bene davo un po’ di me.
Ho speso parole, e invano questo amore,
Per chi come me costretto a mendicare.
Ed in cambio ho avuto,                                               


tanto male.

Tanto male.
Tanto male.
Troppo male.
Troppo male.

L'equilibrista…..

L'Istrione
di Charles Aznavour (1957) (4’41 ‘’)


Io sono un istrione
ma la genialità è nata insieme a me



Nel teatro che vuoi 

dove un altro cadrà 

io mi surclasserò.


Io sono un istrione
ma la teatralità scorre dentro di me



Quattro tavole in croce 
e qualche spettatore

chi sono lo vedrai.
Lo vedrai.


In una stanza di tre muri
tengo il pubblico con me

sull'orlo di un abisso oscuro
col mio frak ed i miei tics.


E la commedia brillerà
del fuoco sacro acceso in me

E parlo e piango e riderò
del personaggio che vivrò.


Perdonatemi se con nessuno di voi 
non ho niente in comune



Io sono un istrione
a cui la scena dà

la giusta dimensione.


La vita torna in me 

ad ogni eco di scena che io sentirò
e ancora morirò
di gioia e di paura
quando il sipario sale


paura che potrò non ricordare più
la parte che so già

poi quando tocca a me 
puntuale sono là
nel sogno sempre uguale. 
Uguale.


Io sono un istrione 
ed ho scelto oramai

la vita che farò


Procuratemi Voi sei repliche in città
e un successo farò.



Io sono un istrione e l'arte,
l'arte sola è la vita per me



Se mi date un teatro 
e un ruolo adatto a me 

il genio si vedrà, Si vedrà.


Con il mio viso ben truccato
con la maschera che ho 

sono enfatico e discreto
versi e prosa Vi dirò.


Con tenerezza o con furore
e mentre agli altri mentirò

fino a che sembri verità
fino a che io ci crederò.


Non è per vanità

quel che valgo lo so
e ad essere sincero
solo un vero istrione
è grande come me
ed io ne sono fiero.
ed io ne sono fiero.


vecchio frackDomenico Modugno 1955 (4’17”)


È giunta mezzanotte

si spengono i rumori
si spegne anche l'insegna di quell'ultimo caffè
le strade son deserte
deserte e silenziose
un ultima carrozza cigolando se ne va
il fiume scorre lento
frusciando sotto i ponti
la luna splende in cielo
dorme tutta la città

solo va un uomo in frack
ha il cilindro per cappello
due diamanti per gemelli
un bastone di cristallo
la gardena nell'occhiello
e sul candido gilet un papillon
un papillon di seta blu

s'avvicina lentamente con il cedere elegante
ha l'aspetto trasognato malinconico ed assente
e non si sa da dove vien
ne dove va
chi mai sarà
quell'uomo in frack

Buona notte
va dicendo ad ogni cosa
ai fanali illuminati
ad un gatto innamorato
che randagio se ne va

È giunta ormai l'aurora
si spengono i fanali
si sveglia a poco a poco tutta quanta la città
la luna si è incantata sorpresa impallidita
pian piano scolorandosi nel cielo sparirà

Sbadiglia una finestra sul fiume silenzioso
e nella luce bianca galleggiando se ne van
un cilindro un fiore e un frack
galleggiando dolcemente lasciandosi cullare
se ne scende lentamente sotto i ponti verso il mare
verso il mare se ne va
chi mai sarà
chi mai sarà
quell'uomo in frack

Addio al mondo
ai ricordi del passato
ad un sogno mai sognato
ad un attimo d'amore che mai più
ritornerà

LA BANDA
(chico BUARQUE-Antonio Amurri) –Mina-(2’46”) (1966)

Una tristezza cosi
non la sentivo da mai
ma poi la banda arrivò
e allora tutto passò

volevo dire di no
quando la banda passò
ma la mia ragazza era li
e allora dissi di si

e una ragazza ch'era triste sorrise all'amor
ed una rosa ch'era chiusa  di colpo sbocciò
ed una frotta di bambini festosi
si mise a suonare come fà la banda

e un uomo serio il suo cappello per aria lanciò
fermò una donna che passava e poi la baciò
dalle finestre quanta gente spuntò

quando la banda passò cantando cose d'amor
quando la banda passò nel cielo il sole spuntò
ma la mia ragazza era lì
ed io le dissi di si

la banda suona per noi

la banda suona per voi
la la la la la la la la la la la la la la


e tanta gente dai portoni cantando sbucò
e tanta gente in ogni vicolo si riversò

e per la strada quella povera gente
marciava felice dietro la sua banda

se c'era un uomo che piangeva
sorrise perchè
sembrava proprio che la banda suonasse per lui
in ogni cuore la speranza spuntò
quando la banda passò
cantando cose d'amor

la banda suona per noi
la banda suona per voi
la la la la la la la la la la la la la la

la banda suona per noi
la banda suona per voi

la la la la la la la la la la la la la la

la banda suona per noi
la banda suona per voi

la la la la la la la  la la la la la la  la ...


In tutti questi brani abbiamo visto come il circo influenza molto l'immagine di cantautori, perchè il fascino del circo fa riscoprire la bellezza del mondo, e anche con poco al circo si trova una pace che fuori dal circo è difficile trovare